Il Patrimonio Culturale Immateriale

Una definizione universalmente riconosciuta di Patrimonio Culturale Immateriale è stata fornita ufficialmente in sede UNESCO nel 2003.

Il 17 ottobre 2003, infatti, dopo che nel 1999 il Comitato Esecutivo aveva lanciato il programma dei “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità”(Masterpieces of the Oral and Intangible Heritage of Humanity)la Conferenza Generale dell’UNESCO, nel 2003 nel corso della sua 32° sessione, ha approvato a Parigi la “Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale“. Nella convenzione, nell’articolo 2,  viene fornita la definizione di Patrimonio culturale immateriale:

“Si intendono per “patrimonio culturale immateriale” pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e i saperi – così come gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati ad essi – che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale. Tale patrimonio culturale intangibile, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi interessati in conformità al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia, e fornisce loro un senso di identità e continuità, promuovendo così il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”

La definizione di questo patrimonio culturale immateriale si manifesta attraverso cinque ambiti dell’attività umana (definiti sempre dall’art.2 della convenzione):

  1. Tradizioni e espressioni orali, incluso il linguaggio, intesi come veicolo del patrimonio culturale intangibile;
  2. Arti dello spettacolo;
  3. Pratiche sociali, riti e feste;
  4. Conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo;
  5. Artigianato tradizionale.

Per quanto riguarda la definizione dei beni culturali immateriali possiamo pensare a due modelli di riferimento solo apparentemente distinti ma comunque non coincidenti;

Modello Unesco: viene preso a riferimento la definizione di Patrimonio Culturale Immateriale fornita dall’art. 2 della “Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale“ del 2003 di Parigi (per semplicità spesso useremo il termine “Convenzione Unesco di Parigi del 2003

Modello scientifico (o disciplinare): in questo caso viene utilizzata la definizione di Beni Culturali Demoantropologici (DEA) o anche Patrimonio Demoantropologici (DEA). Questa definizione è prevalentemente usata in ambito scientifico e documentale (banche dati, catalogazione ecc.)

Approfondiremo in una altra Unità Didattica del corso lo studio sui Beni Culturali Demoantropologici (DEA)  e le differenze tra i 2 modelli di approccio alla definizione di Patrimonio Immateriale. In questa sede ci basta ricordare che a volte del termine “Immateriale” ha incorporato, almeno in Italia il termine “demoetnoantropologico”.

Un esempio appartenente alla prima classe: tradizioni e espressioni orali, incluso il linguaggio, intesi come veicolo del patrimonio culturale intangibile

 

Canto a tenores dei pastori del centro della Sardegna

 

 

Il canto a tenore è l’espressione etnico-musicale più arcaica della Sardegna centrale ed è la prova dell’esistenza della pratica polifonica in tempi remotissimi. E’ realizzato da quattro cantori chiamati Bassu (basso), Contra (contralto), Mesu oche (mezza voce), Oche (voce), disposti in cerchio, riproponendo la forma architettonica della antica civiltà sarda, quella nuragica. Ci troviamo di fronte a un modo di cantare molto particolare soprattutto come emissione vocale, quindi molto interessante dal punto di vista timbrico. Delle quattro voci due sono gutturali: su bassu (basso) e sa contra (contralto).

Il canto a tenore nel 2008 è stato inserito nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità

video di approfondimento:

 

 

 

 

  

 

 

 

Un esempio appartenente alla seconda classe: arti dello spettacolo

 

l’Opera dei Pupi Siciliani

 

 

Questa forma di teatro di marionette, le cui origini risalgono alla metà dell’Ottocento, è stata tra i primi diciotto elementi che sono stati iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale. Il repertorio dell’Opera risale, attraverso una trasmissione orale quasi ininterrotta, al ciclo carolingio della Chanson de geste francese, tramite la mediazione linguistico-culturale offerta dalla tradizione italiana dei cantari e dei poemi cavallereschi in ottave (primo fra tutti, ovviamente, l’Orlando furioso): è un repertorio che si trasmette ancora oggi oralmente da maestro ad apprendista all’interno di compagnie di pupari in gran parte a gestione familiare. 

video di approfondimento:

  

 

 

 

 

 

Un esempio appartenente alla terza classe: pratiche sociali, riti e feste;

 

La Perdonanza Celestiniana


La Perdonanza Celestiniana è un evento storico-religioso che si tiene annualmente all’Aquila e che ha il suo apice con l’apertura della Porta Santa il 28 agosto.

Il nome deriva dalla Bolla pontificia che papa Celestino V emanò nel 1294 e con cui concesse l’indulgenza plenaria a chiunque, confessato e comunicato, fosse entrato nella basilica di Santa Maria di Collemaggio dai vespri del 28 agosto a quelli del 29. 

Nel 2011 la ricorrenza è stata riconosciuta Patrimonio d’Italia per la tradizione. Nel 2017 La Commissione Italiana per l’UNESCO ha deliberato per la candidatura per il 2018 della Perdonanza nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unanimità. 

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