Ville e giardini medicei in Toscana: Villa di Careggi

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Luogo
15 Viale Gaetano Pieraccini
Ville e giardini medicei in Toscana: Villa di Careggi
Data iscrizione: 2013
Ref: 175

Luogo rientrante nel sito multi seriale: Ville e giardini medicei in Toscana

Il sito multi seriale è costituito dai seguenti siti (14 siti):

ID Name & Location State Party Coordinates Property Buffer Zone
175-001 Villa de Cafaggiolo Italy N43 57 53.00
E11 17 41.00
2.35 ha 649.56 ha
175-002 Villa de Il Trebbio Italy N43 57 11.00
E11 17 13.00
1.6 ha 650.31 ha
175-003 Villa de Careggi Italy N43 48 33.00
E11 14 58.00
3.6 ha 55.71 ha
175-004 Villa Medici de Fiesole Italy N43 48 20.00
E11 17 20.00
2.11 ha 44.88 ha
175-005 Villa de Castello Italy N43 49 10.00
E11 13 41.00
8.33 ha 289.31 ha
175-006 Villa de Poggio a Caiano Italy N43 49 3.00
E11 3 23.00
9.31 ha 135.63 ha
175-007 Villa de la Petraia Italy N43 49 8.00
E11 14 12.00
21.31 ha 276.33 ha
175-008 Jardin de Boboli Italy N43 45 44.00
E11 14 51.00
40 ha 132 ha
175-009 Villa de Cerreto Guidi Italy N43 45 31.00
E10 52 45.00
0.76 ha 4.12 ha
175-010 Palais de Seravezza Italy N43 59 38.00
E10 13 55.00
1.01 ha 50.14 ha
175-011 Jardin de Pratolino Italy N43 51 28.00
E11 18 15.00
26.53 ha 210.35 ha
175-012 Villa La Magia Italy N43 51 6.00
E10 58 22.00
2.1 ha 103.65 ha
175-013 Villa de Artimino Italy N43 46 55.00
E11 2 39.00
1.04 ha 701.66 ha
175-014 Villa du Poggio Imperiale Italy N43 44 56.00
E11 14 52.00
5.35 ha 235.43 ha

 

Mappa multimediale con tutti i siti interessati:  Mappa Ville e giardini medicei in Toscana

Descrizione

La Villa medicea di Careggi è una delle più antiche tra le ville appartenute alla famiglia Medici. Si trova nella zona leggermente in collina del quartiere periferico di Careggi a Firenze, in via Gaetano Pieraccini 17.

Nel 1417 Giovanni di Bicci de’ Medici, il capostipite della fortuna medicea, acquistava sul colle chiamato di Monterivecchi alcuni terreni e possedimenti da Tommaso Lippi, con un contratto datato 7 giugno di quell’anno. Si tratta della terza villa campestre di famiglia, dopo quelle di Cafaggiolo e del Trebbio nel Mugello, e rappresenta la più vicina Firenze, quindi anche un acquisto strategicamente scelto in maggiore prossimità verso quel centro cittadino al cuore degli interessi della famiglia. Queste ville erano anche un luogo di riposo e di pace, ma anche veri e propri centri economici, che con le attività agricole non solo si potevano automantenere, ma rappresentavano anche delle fonti sicure di reddito.

In un primo tempo le ville erano arroccate e fortificate come castelli medievali, poi gradualmente vengono rilanciate come loci ameni, dove è possibile praticare l’ozio intellettuale e la salutare vita all’aria aperta, dagli umanisti toscani, attraverso la riscoperta dei classici di Seneca, Varrone, Marziale, Catone e Virgilio. In particolare queste idee vennero diffuse dalla metà del Quattrocento da Leon Battista Alberti nel De re aedificatoria e nel trattato della Villa.

La villa di Careggi viene ristrutturata quindi in un periodo di transizione, la prima metà del Quattrocento, tra la tipologia rustica e fortificata e quella sontuosa e ricreativa, aperta verso le campagne e i giardini. E anche la sua architettura esemplifica il passaggio con elementi appartenenti sia alla prima che alla seconda tendenza.

Al momento dell’acquisto la tenuta di Careggi era composta da un palazzo dotato di corte, loggia, pozzo, cantina, stalla, torre, orto e due case, come viene riportato nel contratto di compravendita. Lo stato degli immobili doveva essere molto buono, perché non vi furono apportate modifiche inizialmente.

Solo in seguito alla morte di Giovanni (1429) i suoi figli Cosimo de’ Medici e Lorenzo il Vecchio approntano alcuni interventi affidando l’incarico a Michelozzo, ben prima dei lavori alla residenza cittadina di Palazzo Medici in via Larga (iniziati verso il 1444). Di questi lavori non abbiamo nessuna descrizione ma ci resta la registrazione della spesa, e giudicando la somma stanziata dovettero essere sostanziali con un intervento piuttosto massiccio.

I lavori sembrano conclusi nel 1427, secondo una lettera di Contessina de’ Bardi, moglie di Cosimo, che farebbe capire che la villa è completa. In ogni caso erano sicuramente conclusi in occasione della visita di Francesco Sforza a Firenze del 1459 il quale lodò il luogo e la bellezza della villa. Cosimo il Vecchio intuì già, riprendendo la lezione degli antichi, la vocazione culturale dei luoghi, dove lo studio e la speculazione filosofica potevano svolgersi nella rilassata amenità della campagna. Vi trasferì infatti la sua biblioteca e una parte della collezione di oggetti e opere d’arte. Nel 1459 Cosimo vi fondò l’Accademia Neoplatonica, la più importante scuola filosofica dell’umanesimo italiano, a cui parteciparono Cristoforo Landino, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola; non a caso Cosimo aveva donato al Ficino un’abitazione nei pressi della villa, nota come Villa le Fontanelle, per averlo sempre vicino alla sua famiglia, dove il Ficino tradusse gli Atti e gettó le basi dell’Accademia.

Studi sulla planimetria e sulle fondazioni hanno dimostrato che Michelozzo agì minimamente sulla pianta dell’edificio originario. I lavori si concentrarono quindi sugli ambienti interni, a partire dal cortile, e sull’alzato del palazzo. Il ballatoio merlato su beccatelli, creato lungo le pareti esterne, è un retaggio di impianto medievale (lo si trova per esempio al Trebbio), ma inserito nell’impianto più ampio della villa sembra più una citazione che un elemento creato per esigenze difensive. In definitiva l’aspetto della villa è più quello di un palazzo che di una fortificazione, particolarmente evidente se confrontato con le ville più arcaiche del Trebbio e di Cafaggiolo. La villa aveva mantenuto una torretta merlata, raffigurata in disegni e stampe fino al Seicento. A Michelozzo sono anche attribuite le due ali laterali che si protendono a ovest verso il giardino, più basse del corpo centrale e che sono caratterizzate al pian terreno da due logge aperte con tre arcate ciascuna e capitelli compositi simili a quelli del cortile.

Nella villa nacque e morì Lorenzo il Magnifico (1448-1492), il quale ereditò la villa dal nonno dopo la breve parentesi del governo di suo padre Piero il Gottoso. Lorenzo elesse Careggi come sua residenza preferita e qui vi fece riunire il circolo dell’Accademia Neoplatonica, organizzando nella villa il centro culturale e artistico del primo Rinascimento per eccellenza. Tra i frequentatori dell’Accademia vi erano i maggiori umanisti dell’epoca: Marsilio Ficino, Agnolo Poliziano e Pico della Mirandola.

L’umanesimo fiorentino faceva suoi numerosi simboli del passato, in un clima che potremmo definire esoterico (nel senso di correlato a una cultura da iniziati), dove le statue, gli oggetti d’arte e il paesaggio stesso incarnavano ideali astratti. A questo periodo risalgono il caminetto con bassorilievi nel salone del primo piano (datato 1465) e forse (l’attribuzione è molto discussa) la loggetta panoramica sempre al primo piano, attribuita a Giuliano da Sangallo. Questa struttura, non in linea con il resto dell’edificio, potrebbe risalire all’ultimo periodo della vita di Lorenzo il Magnifico, o forse al secondo decennio del Cinquecento.

Oggi la villa ospita alcuni uffici della vicina struttura ospedaliera, per cui solo pochi ambienti sono visitabili, comunque sono tutti molto significativi.

Al primo piano si apre il cortile di Michelozzo. Ha una forma trapezoidale che segue il profilo del palazzo, il quale a sua volta era stato edificato seguendo il percorso della via principale che lo costeggiava. Al centro vi si trova un pozzo che probabilmente risale all’assetto trecentesco, mentre due loggiati si aprono sui lati nord e est con arcate a tutto sesto, sorrette da colonne con capitello a foglie d’acqua; sugli altri lati sono presenti uno “sporto” (vano di passaggio per i piani superiori) e un ballatoio, sorretti da pilastri ottagonali con capitelli geometrici, tipici dello stile di Michelozzo.

Dal cortile si accede al Salone del piano terreno. Questo ambiente risale al primo Seicento, alle ristrutturazioni voluta dal Cardinale Carlo de’ Medici. È interamente decorato ad affresco ed in particolare attirano l’attenzione le 16 lunette (cinque nei lati maggiori, tre in quelli minori, con quella centrale occupata dalla stemma mediceo) decorate con paesaggini, vedute immaginarie, marine, scene con rovine, giardini, fontane e piccole figure. Si distinguono le due vedute di Villa Medici a Roma, allora proprietà del Cardinale Carlo, e alcune scene tratte dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, usate per celebrare allegoricamente le imprese contro i Turchi di suo fratello il Granduca Cosimo II. Le lunette sono inquadrate in un sistema complesso di decorazioni pittoriche murarie, con cornici, putti, festoni, elementi vegetali e animali. Da un punto di vista stilistico, queste pitture riprendono la corrente dal tratto veloce e nervoso, “impressionistico”, della pittura di paesaggio tra il XVI e il XVII secolo.

Dal salone si raggiungono gli ambienti nella loggia al piano terreno, con le grandi arcate sul giardino ormai chiuse da vetrate. Qui si trova un grande affresco ottocentesco di George Frederic Watts raffigurante l’Uccisione del medico di Lorenzo il Magnifico nel pozzo della villa (1845), un episodio quasi leggendario che sarebbe stato causato dalla rabbia contro colui che non aveva saputo curate il grande mecenate e benefattore cittadino.

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Foto:  Di I, Sailko, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7430861

Contributi informativi:  Ignazio Caloggero, whc.unesco.org

 

 

 

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