Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata

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Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata
Data iscrizione: 1997
Ref. 829
Sito Multiseriale. I siti interessati sono 7:
ID Name & Location State Party Coordinates Property Buffer Zone
829-001 Pompeii Italy N40 45 4.00
E14 29 10.00
84.59 ha 1.44 ha
829-002 Villa dei Misteri (Pompei) Italy N40 45 14.50
E14 28 40.70
0.95 ha
829-003 Herculaneum Italy N40 48 20.00
E14 20 52.00
9.42 ha 20.28 ha
829-004 Villa dei Papiri (Herculaneum) Italy N40 48 32.00
E14 20 37.00
1.22 ha
829-005 Theatre of Herculaneum Italy N40 48 30.00
E14 20 51.40
0.17 ha
829-006 Torre Annunziata: Villa A Italy N40 45 25.40
E14 27 9.20
1.15 ha 2.63 ha
829-007 Torre Annunziata: Villa B Italy N40 45 22.60
E14 27 22.60
0.55 ha
Mappa multimediale con tutti i siti interessati:  Mappa Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata 

 

Descrizione:

Quando il Vesuvio esplose il 24 agosto 79 d.C., inghiottì le due fiorenti città romane di Pompei ed Ercolano, così come le numerose ville ricche della zona. Questi sono stati progressivamente scavati e resi accessibili al pubblico dalla metà del XVIII secolo. La vasta distesa della città commerciale di Pompei contrasta con i resti più piccoli ma meglio conservati della località di villeggiatura di Ercolano, mentre i superbi affreschi di Villa Oplontis a Torre Annunziata danno una vivida impressione dello stile di vita opulento di cui godono i cittadini più ricchi del primo impero romano.

Il patrimonio dell’umanità comprende tre diverse aree archeologiche: le antiche città di Pompei ed Ercolano insieme alla Villa dei Misteri (a ovest di Pompei) e alla Villa dei Papiri (a ovest di Ercolano), e la Villa A ( Villa di Poppea) e Villa B (Villa di Lucius Crassius Tertius) a Torre Annunziata. La vasta distesa della città commerciale di Pompei contrasta con i resti più piccoli ma meglio conservati della piccola Ercolano, mentre Villa A a Torre Annunziata dà una vivida impressione dello stile di vita opulento di cui godevano i cittadini più ricchi del primo impero romano.

Quando il Vesuvio eruttò nel 79 d.C., inghiottì le due fiorenti città romane di Pompei ed Ercolano, così come le molte ricche ville di campagna della zona. Pompei fu sepolta in gran parte da uno spesso strato di cenere vulcanica e lapilli ed Ercolano scomparve sotto ondate e colate piroclastiche. Questi siti sono stati progressivamente scavati e resi accessibili al pubblico dalla metà del XVIII secolo. Tuttavia, nel caso di Ercolano vaste aree dell’antico borgo si trovano ancora sotto la città moderna e sono state esplorate e censite solo dalla rete di cunicoli settecenteschi che ha richiamato l’attenzione dei visitatori del Grand Tour, base ancora oggi per la visita del Il teatro antico sotterraneo di Ercolano. Queste aree per lo più non sono attualmente incluse nella proprietà del patrimonio mondiale.

Pompei, con i suoi edifici ben conservati in un’area scavata di 44 ettari, è l’unico sito archeologico al mondo che fornisce un quadro completo di un’antica città romana. Il foro principale è affiancato da una serie di imponenti edifici pubblici, come il Capitolium, la Basilica e i templi e all’interno della città ci sono anche molti complessi termali pubblici, due teatri e un anfiteatro.

Ad Ercolano diversi imponenti edifici pubblici sono ben conservati, tra cui una spaziosa palestra a cui si accede attraverso un portale monumentale, due serie di bagni pubblici, uno dei quali (Central Thermae) è monumentale e decorato in modo vivido, il Collegio dei Sacerdoti di Augusto e un teatro di forma standard. La Villa dei Papiri, fuori dalle mura cittadine, è uno stabilimento opulento. Il paese è degno di nota anche per la completezza delle sue botteghe, contenenti ancora attrezzature come enormi anfore di vino.

I quartieri urbani e il lungomare di Ercolano mostrano un livello di conservazione più elevato con una notevole conservazione dei piani superiori grazie al materiale piroclastico che ha seppellito la città. La materia organica è stata spesso carbonizzata dalle alte temperature e reperti eccezionalmente conservati includono oggetti di uso quotidiano come prodotti alimentari, elementi architettonici e mobili in legno.

Sia Pompei che Ercolano sono rinomate per la loro notevole serie di edifici residenziali e commerciali, costruiti lungo strade ben pavimentate. La prima è la casa dell’atrio, interamente rivolta verso l’interno con un cortile al centro: la Casa del chirurgo a Pompei è un buon esempio. Sotto influenze ellenistiche, questo tipo di casa fu ampliata e decorata con colonne e portici e dotata di ampi ambienti di rappresentanza. Nella sua forma più alta, questo tipo di casa romana, conosciuta dalle città di tutto l’Impero, si è sviluppata in una vera e propria dimora, riccamente decorata e con molte stanze, di cui la Casa del Fauno e la Casa dei Casti Amanti sono esempi eccezionali.

Le ville suburbane in tutta l’area vesuviana sono forse ancora più eccezionali in termini di dimensioni dei loro edifici e dei terreni, nonché delle loro sontuose decorazioni. La Villa dei Misteri è un’enorme residenza appena fuori le mura della città di Pompei, sviluppata da una modesta casa costruita nel III secolo a.C., chiamata dai notevoli dipinti murali nel triclinio, che raffigurano i riti di iniziazione (‘misteri’) del culto di Dioniso.

Le due ville di Torre Annunziata sono entrambe straordinari esempi di edifici suburbani nelle campagne di Pompei. La villa A, cosiddetta “di Poppea”, è un’enorme residenza marittima edificata nella metà del I secolo a.C., ampliata in epoca imperiale e in fase di restauro al momento dell’eruzione. È particolarmente noto per i suoi magnifici e ben conservati dipinti murali, uno dei più importanti esempi di pittura romana con i loro superbi affreschi illusionistici di porte, colonnati e viste sul giardino. Villa B, invece, è un ottimo esempio di villa rustica dotata di stanze e spazi destinati ad attività di mercato come la conservazione delle anfore e il commercio di derrate alimentari di produzione locale, soprattutto vino.

Ci sono stati molti cambiamenti a questi edifici nel tempo in risposta alle mutevoli circostanze dei proprietari; questi includono riparazioni e aggiustamenti che sono stati una risposta agli eventi sismici che hanno portato all’eruzione del 79 d.C. e riflettono una comunità che vive con condizioni ambientali ed economiche mutevoli.

Una particolarità di Pompei è la ricchezza di graffiti sui suoi muri. Un’elezione era imminente al momento dello scoppio e ci sono molti slogan politici scarabocchiati sui muri, così come altri di natura più personale, spesso diffamatori. Ad Ercolano, i depositi vulcanici hanno conservato centinaia di tavolette di cera, alcune delle quali conservano documenti legali, e più di 1.800 rotoli di papiri contenenti testi filosofici greci sono stati trovati presso la Villa dei Papiri.

La vasta gamma di fonti letterarie disponibili a Pompei ed Ercolano fornisce un quadro degli ultimi decenni di queste antiche città e l’immagine di comunità socialmente complesse e dinamiche, rappresentando una testimonianza eccezionale dei modi di vita tipici nella società romana nel I secolo d.C. e nel importanza dei testi nella vita politica e privata.

Altre importanti fonti di testimonianze archeologiche sono i resti umani di coloro che morirono nell’eruzione. Pompei è stata testimone di un primo esperimento archeologico in cui l’intonaco è stato versato nei vuoti trovati nel materiale vulcanico e che ha permesso di realizzare calchi delle forme delle vittime umane e animali e di altro materiale organico. Ad Ercolano, invece, sono stati scoperti circa 300 scheletri lungo l’antico litorale. Lo studio di questi campioni significativi di vittime delle città fornisce informazioni sulla loro salute, stili di vita e morte e la possibilità di confrontare i due set di dati. I calchi stessi sono risorse importanti in quanto contengono sia resti scheletrici che prove della pratica archeologica del XIX e XX secolo.

Un’altra importante eredità del XX secolo è stata la presentazione al pubblico di Ercolano come un “museo a cielo aperto”, forse il primo in Europa, con edifici ricostruiti sulla base di prove archeologiche e mostre di oggetti originali all’interno del sito archeologico. Questo concetto di “museo a cielo aperto” era già stato adottato in alcuni edifici di Pompei, come mezzo per comunicare il significato degli spazi antichi, alla fine dell’Ottocento.

Gli imponenti resti delle città di Pompei ed Ercolano e delle loro ville associate, distrutte e tuttavia conservate dal Vesuvio, forniscono un quadro completo e vivido della società e della vita quotidiana in un momento specifico del passato che non ha eguali altrove. La riscoperta e la storia di questi luoghi come siti archeologici ha catturato secolo dopo secolo l’immaginario collettivo, plasmando pratiche archeologiche, storiche d’arte, di conservazione e di interpretazione in Europa e oltre.

Criterio (iii): Pompei ed Ercolano sono le uniche rovine di città romane conservate in modo così eccezionale e non hanno paralleli in integrità ed estensione nel mondo. Le ville di Torre Annunziata hanno le pitture murali meglio conservate del periodo romano.

Criterio (iv): I siti di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata forniscono un quadro completo della vita romana dal I secolo a.C. al I secolo d.C. attraverso gli aspetti urbani, architettonici, decorativi e della vita quotidiana che sono stati preservati. La villa A di Torre Annunziata è il più significativo esempio di villa suburbana di epoca romana.

Criterio (v): I siti di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata sono esempi eccezionali di insediamenti romani urbani e suburbani. Forniscono anche un’immagine vivida e completa della vita romana in un preciso momento: l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

(Fonte: whc.unesco.org)

Link whc.unesco.org: http://whc.unesco.org/en/list/829/

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Foto: web

Contributi informativi:  Ignazio Caloggero, whc.unesco.org

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